Pensi che tutta la ricotta sia magra e adatta alla dieta, ma questi numeri in etichetta ti diranno la verità

La ricotta è spesso considerata un’alleata preziosa per chi segue un regime alimentare controllato. Si tratta infatti di un latticino relativamente povero di grassi rispetto a molti formaggi stagionati e con un buon contenuto proteico. Leggera, versatile, ricca di proteine: sono queste le caratteristiche che la rendono protagonista di molte diete dimagranti, soprattutto quando viene scelta nelle varianti a più basso tenore lipidico. Eppure, dietro l’apparente semplicità di questo prodotto caseario si nasconde una realtà più articolata, che merita un’attenzione particolare quando ci troviamo davanti al banco frigo del supermercato.

La ricotta non è tutta uguale: sfatiamo un mito diffuso

Partiamo da un presupposto fondamentale che molti ignorano: il contenuto di grassi e calorie della ricotta può variare sensibilmente da un prodotto all’altro. La ricotta tradizionale di siero vaccino contiene in media circa 10-13 grammi di grassi per 100 grammi e 140-180 kcal per 100 grammi. Esistono tuttavia ricotte ottenute da siero con aggiunta di panna o da latte intero, che possono avvicinarsi o superare il 18-20% di grassi, analogamente a formaggi freschi cremosi. All’estremo opposto troviamo ricotte magre sotto il 5% di grassi, con valori energetici anche inferiori a 120 kcal per 100 grammi.

Una differenza tutt’altro che trascurabile quando si contano le calorie o si pianifica un’alimentazione equilibrata. Le linee guida nutrizionali consigliano infatti di preferire formaggi e latticini a minor contenuto di grassi saturi per chi deve controllare peso, colesterolo o rischio cardiovascolare. Il problema sorge quando ci affidiamo ciecamente a ciò che vediamo sulla confezione, convinti che tutti i prodotti appartenenti alla categoria ricotta abbiano automaticamente caratteristiche nutrizionali simili.

Le linee guida per una sana alimentazione ricordano invece che all’interno della stessa categoria merceologica le differenze nutrizionali possono essere anche marcate e che è quindi necessario leggere la tabella nutrizionale per valutare grassi, calorie e sale per 100 grammi di prodotto.

Il labirinto dei simboli nutrizionali: cosa dobbiamo davvero guardare

Negli ultimi anni, le confezioni dei prodotti alimentari si sono riempite di simboli, bollini e loghi che promettono di guidarci verso scelte più consapevoli. Ma non sempre il consumatore li interpreta correttamente, e questa ambiguità può tradursi in acquisti meno vantaggiosi di quanto pensiamo.

I sistemi di etichettatura volontaria: opportunità o confusione?

Alcuni produttori hanno adottato sistemi di etichettatura frontale come il Nutri-Score o altre rappresentazioni grafiche che classificano gli alimenti in base al loro profilo nutrizionale. Ricerche sperimentali hanno mostrato che il Nutri-Score facilita il confronto rapido tra prodotti e aiuta a identificare le opzioni nutrizionalmente più favorevoli, soprattutto nei consumatori con minore alfabetizzazione nutrizionale.

In Italia, tuttavia, l’adozione di sistemi come il Nutri-Score è attualmente volontaria. Il quadro normativo europeo rende obbligatoria la dichiarazione nutrizionale standard, ma lascia facoltativo l’uso di etichettature sintetiche sul fronte della confezione. L’assenza di un sistema come il Nutri-Score non indica automaticamente un prodotto meno salutare e la valutazione nutrizionale deve comunque basarsi sui valori riportati in etichetta per 100 grammi.

Studi di comportamento del consumatore mostrano che molti acquirenti tendono a dare maggiore fiducia ai prodotti con bollini virtuosi o loghi salutistici, penalizzando quelli privi di tali elementi anche quando questi ultimi hanno un profilo nutrizionale uguale o migliore.

Bollini autopromozionali: quando il marketing si traveste da informazione

Accanto ai sistemi oggetto di valutazione scientifica, proliferano bollini e claim creati autonomamente dai produttori: scritte come “naturale”, “tradizionale”, “genuino” o simboli grafici che richiamano concetti di leggerezza e benessere. Termini vaghi di tipo evocativo spesso non corrispondono a un criterio nutrizionale standardizzato e non indicano di per sé un profilo nutrizionale migliore.

Studi sul cosiddetto health halo effect mostrano che parole come “naturale” o “light”, così come immagini che evocano salute o natura, possono indurre i consumatori a sovrastimare la salubrità complessiva del prodotto, anche in presenza di contenuti di grassi, zuccheri o sale elevati. Una confezione di ricotta può quindi ostentare bollini e grafiche che evocano naturalità, pur avendo un contenuto di grassi significativamente più alto rispetto a un prodotto con un packaging più sobrio ma nutrizionalmente più adatto a un regime ipocalorico.

Dove trovare le informazioni che contano davvero

La bussola più affidabile per orientarsi resta la tabella nutrizionale obbligatoria, che tutti i prodotti confezionati devono riportare per legge nell’Unione Europea. È qui che troviamo i dati oggettivi: grammi di grassi per 100 grammi di prodotto, calorie, proteine, carboidrati, sale. Diversi studi di consumer research mostrano però che solo una quota minoritaria di consumatori consulta regolarmente la tabella nutrizionale completa.

Analisi condotte in contesti europei hanno rilevato che la maggioranza dei consumatori dichiara di guardare le informazioni nutrizionali, ma in osservazioni dirette in supermercato una parte significativa si limita ai loghi frontali e alle diciture di marketing, senza esaminare i valori per 100 grammi. Questa abitudine rischia di farci cadere nelle trappole del packaging accattivante.

I parametri da verificare sempre

Quando scegliete una ricotta per la vostra dieta, questi sono gli elementi imprescindibili da controllare in etichetta:

  • Contenuto di grassi per 100 grammi: questo valore vi dirà immediatamente se si tratta di una ricotta relativamente magra (sotto 7-8% di grassi), intermedia (8-15%) o più grassa (oltre 15%). Le linee guida sul consumo di latticini raccomandano di limitare i grassi saturi, per cui la scelta di versioni a minor tenore lipidico può essere utile in caso di dieta ipocalorica o prevenzione cardiovascolare
  • Valore energetico totale: espresso in kcal per 100 grammi, offre un quadro immediato dell’impatto calorico. All’aumentare della percentuale di grassi aumenta proporzionalmente anche l’energia per 100 grammi
  • Quantità di proteine: la ricotta è apprezzata perché contiene proteine di elevata qualità biologica. Molte ricotte di buona qualità presentano un contenuto proteico intorno o superiore a 9-11 grammi per 100 grammi
  • Presenza di ingredienti aggiuntivi: l’elenco ingredienti segnala se sono state aggiunte panna o creme di latte, che aumentano significativamente il contenuto di grassi, o altri ingredienti come sale, addensanti, aromi

Le strategie per non cadere nelle trappole del marketing

Diventare consumatori consapevoli significa sviluppare un approccio critico verso tutto ciò che viene presentato come “sano” o “dietetico”. Nel caso della ricotta, questo si traduce in alcuni comportamenti pratici, coerenti con le raccomandazioni delle linee guida nutrizionali.

Prima di tutto, confrontate almeno due o tre prodotti diversi leggendo le rispettive tabelle nutrizionali per 100 grammi. Ricerche su etichettatura e scelta dei prodotti mostrano che il confronto diretto di valori standardizzati aiuta a scegliere opzioni con meno grassi saturi, zuccheri o sale. Un esercizio che richiede pochi minuti ma che può fare la differenza tra una scelta davvero funzionale ai vostri obiettivi e un acquisto inconsapevole.

Diffidate delle promesse generiche: un’etichetta che proclama “ricotta leggera” o “benessere” senza evidenziare in modo chiaro i valori nutrizionali deve essere verificata. Le normative europee sui nutrition claims richiedono che termini come “light” o “a ridotto contenuto di grassi” siano associati a criteri quantitativi precisi, come una riduzione del 30% rispetto a un prodotto analogo. Quando queste indicazioni non sono presenti o non sono chiare, è ancora più importante leggere i numeri in tabella. La vera trasparenza si manifesta nei valori oggettivi per 100 grammi, non negli aggettivi.

Il peso specifico dell’informazione nutrizionale

Un aspetto spesso trascurato riguarda la porzione di riferimento. La normativa europea rende obbligatoria la dichiarazione nutrizionale per 100 grammi o 100 millilitri, mentre la dichiarazione per porzione è facoltativa: le aziende possono indicare porzioni di dimensione diversa e ciò rende i confronti diretti più complessi. Per ovviare a questa difficoltà, le autorità e molti esperti di nutrizione suggeriscono di riportare sempre tutto alla stessa unità di misura, preferibilmente i 100 grammi, che rappresentano il riferimento standard previsto dalla normativa e facilitano i confronti tra prodotti.

Quando la qualità non passa dai bollini

Esiste un universo di ricotte artigianali, spesso vendute sfuse o in confezioni minimali, che non riportano bollini volontari ma possono rappresentare scelte valide dal punto di vista nutrizionale. La normativa prevede alcune deroghe per gli alimenti venduti direttamente dal produttore al consumatore in piccole quantità o sfusi, che possono non riportare in etichetta tutte le informazioni nutrizionali standard, pur essendo soggetti alle norme igieniche e di sicurezza alimentare.

Questo non significa che tutti i prodotti artigianali siano automaticamente migliori, ma che il valore di un alimento non si misura dal numero di loghi sulla confezione. Anche per i prodotti confezionati, la qualità nutrizionale si riconosce da un elenco ingredienti breve e comprensibile, privo di aggiunte inutili, e da valori nutrizionali coerenti con un prodotto a base di siero o latte, senza eccessi di grassi aggiunti o sale.

La ricotta rimane un’ottima scelta per chi segue un’alimentazione controllata, a patto di saper leggere e confrontare le etichette. I bollini e i simboli possono essere un punto di partenza, ma non sostituiscono mai l’esame critico della tabella nutrizionale: la protezione più efficace contro gli inganni del marketing resta una lettura attenta, per 100 grammi, di ciò che l’etichetta comunica realmente. Solo così possiamo trasformare un acquisto frettoloso in una scelta consapevole, distinguendo le reali qualità nutrizionali dalle promesse vuote del packaging.

Quando compri la ricotta guardi i valori nutrizionali per 100g?
Sempre leggo la tabella
Solo i bollini frontali
Mi fido della marca
Scelgo quella in offerta
Non guardo mai nulla

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