L’ansia per il futuro dei propri figli adolescenti rappresenta oggi una delle sfide emotive più intense per i genitori. Non si tratta di semplice apprensione: è una preoccupazione legittima alimentata da un mercato del lavoro instabile, percorsi formativi sempre più complessi e una società che sembra offrire meno certezze rispetto al passato. Questa inquietudine rischia però di trasformarsi in un peso che grava sulla relazione con i ragazzi, condizionando le loro scelte e minando la loro autostima proprio nel momento in cui hanno bisogno di costruire fiducia in se stessi.
Quando la paura del futuro diventa contagiosa
Gli adolescenti possiedono un’antenna straordinaria per captare le emozioni dei genitori. La pandemia ha amplificato questa dinamica: i casi di depressione e ansia tra gli adolescenti italiani sono raddoppiati rispetto al periodo pre-Covid, con uno su quattro che manifesta sintomi depressivi e uno su cinque che soffre di ansia. Il risultato è paradossale: proprio il desiderio di proteggerli finisce per amplificare le loro insicurezze.
La psicologa Carol Dweck ha dimostrato come l’ossessione per risultati e traguardi predefiniti blocchi nei giovani lo sviluppo di quella che definisce “mentalità di crescita”, ovvero la capacità di vedere le sfide come opportunità anziché minacce. Quando un genitore manifesta costantemente preoccupazione per il futuro, comunica implicitamente al figlio: “Non credo tu sia abbastanza forte per affrontare ciò che verrà ”.
Ridefinire il concetto di successo insieme
Uno degli errori più frequenti consiste nel proiettare sui figli le proprie aspettative basate su modelli ormai superati. Il percorso lineare “diploma-laurea-lavoro stabile-casa” appartiene a una realtà economica che non esiste più. I ragazzi di oggi dovranno reinventarsi professionalmente diverse volte nella vita: secondo il World Economic Forum, entro il 2030 saranno creati 170 milioni di nuovi posti di lavoro, con una crescita netta di 78 milioni di posizioni grazie alle tendenze tecnologiche. Molti di questi ruoli richiederanno riqualificazione e capacità di adattamento continue.
Diventa fondamentale aprire conversazioni autentiche sul significato di realizzazione personale. Cosa significa davvero “farcela”? Per alcuni potrebbe essere un lavoro creativo con redditi variabili, per altri la specializzazione in un settore di nicchia, per altri ancora un percorso imprenditoriale fatto di tentativi ed errori. Ascoltare le inclinazioni profonde dei figli, anche quando divergono dai nostri desideri, rappresenta un atto di fiducia rivoluzionario.
Competenze trasversali: l’eredità più preziosa
Piuttosto che ossessionarsi sul voto in matematica o sulla scelta tra liceo classico e scientifico, la ricerca contemporanea suggerisce di concentrarsi su competenze che nessuna intelligenza artificiale potrà mai sostituire. Il World Economic Forum identifica come cruciali la resilienza emotiva, ovvero la capacità di riprendersi dai fallimenti senza identificarsi con essi, il pensiero critico per distinguere informazioni affidabili in un’epoca di sovraccarico digitale, e l’adattabilità per considerare il cambiamento come condizione normale. A queste si aggiungono l’intelligenza relazionale per costruire reti di sostegno e collaborazione, e la creatività applicata per trovare soluzioni innovative a problemi concreti.

Queste abilità non si apprendono sui libri, ma attraverso esperienze concrete: permettere ai ragazzi di gestire piccole responsabilità , sbagliare, riflettere sugli errori e riprovare. Un adolescente che ha imparato a tollerare la frustrazione durante un progetto fallito avrà strumenti più solidi di chi ha sempre ottenuto risultati brillanti in un ambiente protetto.
Il coraggio di non avere tutte le risposte
Uno dei gesti più liberatori che un genitore possa compiere è ammettere: “Nemmeno io so come sarà il mondo tra dieci anni”. Questa onestà crea uno spazio di ricerca condivisa anziché una dinamica di controllo. Trasforma il genitore da giudice ansioso a compagno di viaggio.
La psicoterapeuta Philippa Perry suggerisce di condividere con i figli anche le proprie incertezze professionali passate, i cambi di direzione, i momenti in cui la strada sembrava confusa. Questi racconti autentici normalizzano l’incertezza e insegnano che l’identità professionale si costruisce attraverso percorsi tortuosi, non lineari.
Coltivare reti di supporto oltre il nucleo familiare
Un adolescente con relazioni significative con adulti diversi dai genitori – zii, allenatori, insegnanti, mentori – sviluppa una visione più ampia delle possibilità esistenziali. Questi riferimenti multipli alleggeriscono la pressione sul rapporto genitori-figli e offrono modelli diversificati di successo e realizzazione.
Incoraggiare esperienze come volontariato, stage esplorativi o progetti comunitari permette ai ragazzi di testare interessi, sviluppare competenze pratiche e costruire quella rete professionale che sarà fondamentale domani. Le esperienze extrascolastiche rappresentano occasioni preziose per acquisire quelle competenze trasversali sempre più richieste dal mercato del lavoro, permettendo ai giovani di sperimentare contesti reali e sviluppare autonomia decisionale.
Gestire la propria ansia per non trasmetterla
Prima di poter rassicurare i figli, i genitori devono affrontare le proprie paure. Tecniche come la mindfulness hanno dimostrato efficacia nel ridurre l’ansia anticipatoria, quella che ci fa vivere scenari catastrofici che probabilmente non si verificheranno mai. Creare spazi di confronto con altri genitori, magari attraverso gruppi di ascolto, permette di normalizzare le preoccupazioni e scoprire strategie condivise.
La differenza sostanziale sta nel trasformare la preoccupazione sterile in preparazione attiva: invece di tormentarsi sul “cosa succederà se”, concentrarsi sul “quali strumenti posso dare loro per affrontare qualsiasi scenario”. Questo spostamento di focus restituisce potere d’azione e riduce il senso di impotenza.
I nostri figli cresceranno in un mondo che non possiamo controllare né prevedere completamente. Ma possono farlo con zaini pieni di fiducia in se stessi, curiosità verso l’imprevisto e la certezza di avere alle spalle genitori che credono nelle loro risorse, qualsiasi strada scelgano di percorrere. Questa è l’eredità che conta davvero.
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